La proposta di legge in materia di libertà religiosa nei lavori del gruppo di studio Astrid. Le scelte di fondo -
La proposta di legge che oggi viene presentata non vuole soltanto colmare un ritardo da troppo tempo accumulato e concretizzare, finalmente, uno dei diritti maggiormente esplicitati dalla Costituzione repubblicana. Questa proposta risponde anche - e forse soprattutto - alla necessità di non dimenticare la fondamentale politicità del diritto di libertà religiosa in un tempo di pluralismo. Essa ambisce a riaffermare la capacità della politica di “vedere” il fenomeno religioso e di riconoscere la centralità del diritto di libertà di coscienza e di religione per la costruzione di una cittadinanza inclusiva e attiva. Dettando “Norme in materia di libertà di coscienza e di religione” la proposta oggi in discussione si pone come attuazione degli articoli 2-3, 19-20 e 7-8 della Costituzione, rappresentando, di conseguenza, lo svolgimento di un principio supremo di laicità costituzionale condiviso e armonico sia rispetto alla normativa già contrattata dallo Stato con le confessioni religiose sia rispetto alla normativa pattizia concordata con gli altri Stati nei vari spazi giuridici sovranazionali. (Continua)
The author
Professore associato di Diritto ecclesiastico nell’Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Diritto, Economia e Culture.
Notes
Il testo, non sottoposto a valutazione, riproduce la relazione svolta oralmente durante il Seminario organizzato dalla Fondazione Astrid a Roma il 6 aprile 2017. È già pubblicato in Rassegna Astrid, n. 7/2017, con la nota: “Il testo della proposta di legge Astrid, al quale lo scritto fa riferimento, è riportato in allegato. Si tratta di una bozza ancora in versione provvisoria; essa è stata elaborata da un gruppo di studio di Astrid coordinato da Roberto Zaccaria e sarà rivista anche alla luce del dibattito sviluppatosi nel corso del seminario del 6 aprile”. Il testo della proposta di legge, per comodità del lettore, è riportato in calce