Il pluralismo religioso e culturale non si presenta come una novità assoluta. La molteplicità di popoli, razze, stati, nazioni, religioni eccetera costituisce un dato storico permanente. La convivenza e coesistenza fra diversi è un tratto comune alla storia dell’umanità tanto quanto quello relativo ai conflitti che l’hanno attraversata e continuano a contrassegnarla. Eppure oggi questo dato antico si mostra come una questione nuova, problematica, che interroga il diritto sotto diversi punti di vista: il più stringente dei quali richiama la necessità di trovare regole idonee ad assicurare non solo una coesistenza, ma una convivenza giusta e pacifica. La novità di questo tema non sta quindi nel dato di fatto, ma nella sua percezione come un problema. In termini giuridici emerge in modo particolare la preoccupazione per l’accettazione di condotte diverse, e magari stravaganti, che possono mettere in dubbio i principi fondativi di un ordinamento, che a sua volta si è strutturato su radici culturali e religiose ben determinate. (Continua)