Metodiche canonistiche a confronto -
1 - Del composito quadro problematico del quale siamo venuti discorrendo [di questa rigida e insieme versatile tematica che segna il corso della esperienza cristiana nella storia] non può non «prender atto» quel qual si sia Ricercatore che – nell’accostarsi alla dinamica ecclesiale – si adoperi di adempiere il proprio compito scientifico nei modi [culturalmente collaudati] delle indagini induttive. Dico del “prender atto” del principio di «operatività reale della idea di Dio» nel contesto comunitario venuto dispiegandosi nel tempo. Al che sarà tenuto – quel nostro Osservatore – quale il personale suo atteggiarsi verso il Trascendente: di partecipazione o reiezione, di sospensione del giudizio, di fredda indifferenza, di rispetto. Quanto gli si chiede è di calarsi – apertis oculis – nel clima ideale e culturale di quell’umano esperimento: quanto gli si chiede è di ambientarcisi, per coglierne le somme ragioni ispiratrici, e darsi con ciò conto [se gli è dato] della incidenza di questi fundamenta spiritualia sui tratti statici e dinamici dei meccanismi societari. (continua)
L'autore
Professore emerito di Storia del Diritto canonico dell'Università degli Studi di Roma "la Sapienza", Facoltà di Giurisprudenza.
Note
Pagine conclusive d’una disamina critica Sugli usitati paradigmi della Canonistica osservante: in corso di stampa nella Collezione Per la storia del pensiero giuridico moderno della Università degli Studi di Firenze. Contributo non sottoposto a valutazione.