Il governo locale del pluralismo religioso -
Sono molto grata all’amico Giuseppe Casuscelli per avermi invitato a partecipare a questo incontro. Stato, Chiese e pluralismo confessionale è una rivista che seguo con grandissimo interesse fin dalla sua fondazione. È uno strumento prezioso, del quale ho sempre apprezzato in particolare la vocazione trasversale e interdisciplinare. Questa qualità non deriva solo dal fatto che il pluralismo è questione che si presta appunto ad analisi trasversali e interdisciplinari, ma è frutto di una precisa scelta editoriale, quella cioè di accogliere punti di vista differenti, approfondimenti e riflessioni di studiosi di discipline e di generazioni diverse. Come sociologa del diritto mi sono occupata di pluralismo culturale e religioso soprattutto in riferimento ai movimenti migratori che di tale pluralismo costituiscono il principale fattore nella società italiana. A partire dal titolo di questo incontro, mi sono allora chiesta se in questi dieci anni abbiamo assistito a un progressivo riconoscimento del pluralismo religioso e, di conseguenza, del godimento di diritti legati alla libertà religiosa e al suo esercizio.
L'autore
Professore associato di Sociologia del diritto nell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze giuridiche “Cesare Beccaria”.
Note
Il contributo, non sottoposto a valutazione, riproduce, con l’aggiunta delle note, l’intervento presentato in occasione dell’incontro di studio sul tema “Il cammino delle libertà e del pluralismo, dieci anni dopo (Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 2007-2017)” (Università degli Studi di Milano, 4 aprile 2017).