Il velo delle donne musulmane tra libertà di religione e libertà d'impresa. Prime osservazioni alla sentenza della Corte di giustizia sul divieto di indossare il velo sul luogo di lavoro -
Si può essere uguali e diversi? Il porto del velo da parte delle donne musulmane è da anni, nel comune sentire, l’emblema di tale questione, decisiva per le democrazie occidentali sempre più tentate d’interpretare l’uguaglianza come indifferenziazione, che spoglia le persone delle loro qualità peculiari per ridurle a unità numeriche. Eppure, non c’è dubbio che la libertà di abbigliamento sia un tratto caratteristico, e anzi il più evidente, dell’identità personale, che si configura quale “diritto ad essere se stesso (…) con le convinzioni ideologiche, religiose, morali e sociali che differenziano, e al tempo stesso qualificano, l’individuo“. (continua)
L'autore
già professore ordinario di Diritto ecclesiastico nell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, Dipartimento di Giurisprudenza
Note
Il contributo, non sottoposto a valutazione, è pubblicato per la cortesia della Direzione della rivista telematica “Questione Giustizia” (www.questionegiustizia.it), nella quale è apparso il 21 marzo 2017.