Perché è necessaria una legge sulla libertà religiosa? Profili e prospettive di un progetto di legge in Italia -
In apertura del mio intervento enuncerò subito i tre temi che ne costituiscono la sostanza. Al termine di queste rapide e necessariamente imprecise enunciazioni ritornerò su ciascuno di essi per definirne meglio il senso e i contenuti. Vorrei innanzitutto collocare il progetto di legge di cui stiamo discutendo nel suo contesto europeo. Dei 27 paesi che sono membri dell’Unione europea, 16 hanno leggi che - pur variamente denominate - sono comparabili per struttura, temi e funzioni a quella che è oggetto del nostro esame. Tra questi 16 Stati, 9 regolano i rapporti con le comunità religiose sulla base di un concordato con la Chiesa cattolica e di intese con le altre confessioni religiose, il cosiddetto modello italiano di rapporti tra Stati e religioni. Vi è un solo Stato che ha adottato il modello italiano ed è privo di una legge sulla libertà di religione e questo Stato è l’Italia. A giudicare dal panorama europeo, una legge sulla libertà religiosa sembra quindi essere un complemento strutturalmente necessario di ogni sistema fondato sulla stipulazione di concordati e intese. Dovremmo chiederci perché.
L'autore
ordinario di Diritto canonico nell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze giuridiche “Cesare Beccaria”
Note
Il testo, non sottoposto a valutazione, riproduce l’intervento svolto a chiusura del dibattito durante il Seminario organizzato dalla Fondazione Astrid a Roma il 6 aprile 2017. È già pubblicato in Rassegna Astrid, n. 6/2017, con la nota: “Il testo della proposta di legge Astrid, al quale lo scritto fa riferimento, è riportato in allegato. Si tratta di una bozza ancora in versione provvisoria; essa è stata elaborata da un gruppo di studio di Astrid coordinato da Roberto Zaccaria e sarà rivista anche alla luce del dibattito sviluppatosi nel corso del seminario del 6 aprile”. Il testo della proposta, per comodità del lettore, è riportato in calce.