Leopardi, la natura e il diritto: tra pubblico e privato -
La dimensione poetica custodisce in sé una cifra profetica che va disvelata ed interpretata, proiettandosi, al di là della contingenza, in una regione dove il futuro, non ancora avveratosi, diviene intuibile. In questo senso Leopardi e il dono della sua poesia rivestono una valenza straordinaria, non arrestandosi, la comprensione, sulla soglia di un puro dato estetico. Anzi, la critica leopardiana è non di rado percorsa dall’inquietudine di afferrare il nocciolo “politico” del pensiero dell’Autore, tendendo frequentemente a interpretarlo attraverso il dato di una sua vera o presunta vicinanza all’universo del liberalismo e altalenando, a seconda del colore e del posizionamento della critica, tra i diversi toni usati dalle letture e dagli ostracismi (espliciti o silenziosi) ora di stampo socialista. (Continua)
L'autore
professore ordinario di Diritto canonico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università "Alma Mater Studiorum" di Bologna