Le minoranze religiose tra autonomia e immobilismo del legislatore -
Nel ringraziare il direttivo dell’Associazione, della quale sono stato uno dei fondatori, per il cortese invito, non privo di coraggio, mi sia consentito ricordare con nostalgia il suo primo presidente, prof. Luigi De Luca, il cui tratto e la cui intelligenza e competenza non sono facilmente eguagliabili. Debbo rilevare altresì che il tema affidato alla mia attenzione e a quella del prof. Ferrari, può prestarsi, così come formulato, a una lettura classica non particolarmente in linea con l’argomento generale del Convegno, che riguarda la laicità e la dimensione pubblica del fattore religioso, e nemmeno attuale, anche alla luce della negoziazione bilaterale aperta instauratasi dopo il 1984 che, fortunatamente, è stata trattata dai professori Colaianni e Dalla Torre. Cosa non mi piace di questo titolo? Innanzi tutto l’inciso “minoranze religiose”, che presuppone una maggioranza diversamente riguardata, come di fatto è; in secondo luogo, il riferimento al concetto di autonomia in una dimensione pubblica, dal momento che per me l’autonomia nasce come concetto privatistico, come insegnavano Pugliatti e Cesarini Sforza, e come autonomia negoziale ... (Continua)
L'autore
Professore ordinario di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Note
Testo della relazione tenuta al Convegno nazionale di studio (organizzato dall’A.D.E.C. e tenutosi a Bari il 17-18 settembre 2009) sul tema "Laicità e dimensione pubblica del fattore religioso. Stato attuale e prospettive", destinata ad essere pubblicata negli atti del Convegno.