La Corte Costituzionale e la legge regionale lombarda: cronaca di una morte annunciata o di un'opportunità mancata? -
SOMMARIO: 1. Ora come allora: “ Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? ” - 2. L’oggetto del giudizio: la "legge antimoschea" - 3. Le doglianze del Governo e la difesa della Regione: l'eterno conflitto tra libertà e sicurezza - 3.1. “Confessione è chi la confessione fa ” . I destinatari della norma, tra illegittima discriminazione e necessaria distinzione - 3.2. Esiste il principio di leale collaborazione tra gli enti (in Lombardia)? - 3.3. Contro la discrezionalità: del popolo (referendum), della norma (“il paesaggio lombardo”) e dei comuni (facoltà e non obbligo di prevedere attrezzature religiose) - 4. La parola alla Corte - 4.1 I prolegomena della sentenza: le premesse che, purtroppo, ancora occorrono - 4.2 La ratio oltre la littera : sull’incostituzionalità dei requisiti aggiuntivi per il “coacervo degli indistinti”, la richiesta di pareri “riguardanti la pubblica sicurezza” e l'impianto di videosorveglianza - 4.3 Convenzioni, referendum e congruità architettonica lombarda: quella pericolosa (ma costituzionale) attenzione per il particolare ( rectius locale) sul generale - 5. Profili critici: tirannia del diritto di libertà religiosa o pericoloso bilanciamento? - 6. Errare è umano, perseverare è … politico.
L'autore
Dottore di ricerca in Scienze canonistiche ed ecclesiasticistiche nell’Università degli Studi di Trento, Facoltà di Giurisprudenza
Note
Contributo sottoposto a valutazione.