Il dubbio di una “velata” discriminazione: il diritto di indossare l’hijab sul luogo di lavoro privato nei pareri resi dall’Avvocato generale alla Corte di giustizia dell’Unione europea - di Angelo Licastro

SOMMARIO: 1. La novità e la rilevanza della questione pregiudiziale relativa all’uso del velo islamico in azienda sollevata davanti alla Corte di giustizia – 2. I termini della vicenda esaminata dalla Cassazione belga – 3. Il rinvio operato dalla pronunzia “gemella” della Cassazione francese – 4. Il profilarsi della questione pregiudiziale in controversie riguardanti lavoratori del settore pubblico – 5. Le conclusioni dell’Avvocato generale nella causa C-157/15: a ) l’approccio “onnicomprensivo” nell’analisi della fattispecie – 6. (segue): b ) discriminazione diretta o indiretta? – 7. (segue): c ) la giustificazione del trattamento differenziato – 8. (segue): d ) la salvaguardia dell’”identità nazionale” degli Stati – 9. Le conclusioni dell’Avvocato generale nella causa C-188/15 – 10. La querelle sulla mise da spiaggia per le donne islamiche (breve divagazione, in attesa della decisione della Corte di giustizia).

The doubt on a “veiled” discrimination: the right to wear an Islamic headscarf at work in the opinions given by the Advocate General to the European Court of Justice