Il cardinale Gasparri, Francesco Saverio Nitti e la basilica di Santa Sofia - di Giovanni B. Varnier

Venerdì 24 luglio 2020 la Turchia, o meglio il suo premier Recep Tayyip Erdoğan, ha riaperto al culto islamico il simbolo stesso di Istanbul rappresentato dal complesso monumentale di Santa Sofia. Una vicenda triste per la civiltà, che vede un gioiello artistico di valore universale piegato al nazionalismo religioso. Per la verità l’edificio non è nuovo ai cambi d’uso, come non lo sono altri manufatti di pregio che hanno attraversato i secoli, ma in questo caso non si tratta di un nuovo utilizzo ma di un ritorno al tempo della dominazione ottomana.  Tuttavia, questo non è un ritorno alle origini, perché - come sappiamo - Santa Sofia, costruita per l’imperatore Giustiniano in soli cinque anni dal 532 al 537, è considerata il capolavoro della nuova architettura basilicale bizantina quale espressione della “romanità cristiana e universale della cultura giustinianea”.

Cardinal Gasparri, Francesco Saverio Nitti and the basilica of Hagia Sophia

In reference to the current events that see the return to the destination for Islamic worship of the ancient Hagia Sophia in Istanbul, a Vatican document of the years immediately after the First World War is recalled which presents positions opposite to those prevalent today.