Crocifisso “per scelta”. Dall’obbligatorietà alla facoltatività dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche (in margine a Cass. civ., sez. un., ord. 9 settembre 2021, n. 24414) - di Angelo Licastro

SOMMARIO: 1. La giusta presa di distanza da paradigmi di approccio dello Stato verso l’esperienza religiosa estranei al nostro modello costituzionale di diritto ecclesiastico - 2. L’esclusione del carattere discriminatorio del provvedimento adottato dal dirigente scolastico - 3. Il principio di laicità e l’interpretazione conforme a Costituzione dell’art. 118 del r.d. 30 aprile 1924, n. 965 - 4. L’ipotesi di una “incompletezza” della norma regolamentare in rapporto alle diverse esperienze e convinzioni di fede ridefinite in una dimensione prettamente storico-culturale - 5. I residui profili di peculiare rilevanza del crocifisso rispetto agli altri simboli religiosi - 6. Le competenze degli organi di autonomia scolastica in tema di esposizione dei simboli religiosi e la composizione dei conflitti affidata agli “accomodamenti ragionevoli” - 7. Brevi notazioni conclusive.

Crucifix “by Choice”. From Compulsory to Optional Display of Crucifixes in Italian Classrooms (Some Remarks on the Decision September 9th, 2021, no. 24414 of the United Sections of the Italian Supreme Court of Cassation)

ABSTRACT: This article analyzes the decision September 9th, 2021, no. 24414, of the United Sections of the Italian Supreme Court of Cassation, concerning the display of the crucifix in the classrooms. The Court has ruled that the presence of the crucifix on the wall does not discriminate against anyone. However, not the government authorities, but the students during an Assembly and the Class council must decide if display the crucifix and if eventually place other religious symbols next to it, seeking “reasonable accommodation” between the different positions of people in the school community.