"A chiare lettere" - Editoriali • L’editto e la dote: un anniversario della libertà religiosa? (di Nicola Colaianni) -
Ricorre quest’anno il diciassettesimo centenario dell’editto di Milano, con cui Costantino legalizzò il cristianesimo, e il vescovo di
quella chiesa ne ha preso spunto per il tradizionale discorso ambrosiano rivolto stavolta non solo alla città ma urbi et orbi: più precisamente agli “stati liberal-democratici”. Il tema trattato, infatti, è stato quello della libertà religiosa e della laicità dello stato, che secondo il card. Scola in quell’editto trovano il loro inizio, sia pure “mancato” vista la “storica, indebita commistione tra il potere politico e la religione”, che ne è seguita. Perciò appunto quell’editto è noto piuttosto come l’inizio dell’era costantiniana, che la dichiarazione conciliare Dignitatis humanae ha concluso senza dubbi o in quanto periodo storico ma con molti dubbi in quanto “complesso mentale e istituzionale nelle strutture, nei comportamenti e perfino della spiritualità della chiesa”, di cui il medievista domenicano Marie-Dominique Chenu auspicava (e come perito conciliare contribuì a preparare) la fine. (Continua)
L'autore
Professore ordinario di Diritto ecclesiastico nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, Dipartimento Giuridico delle Istituzioni, Amministrazioni e Libertà.
Note
Contributo non sottoposto a valutazione.