"A chiare lettere" - Editoriali • Il silenzio, il conformismo e … il diritto ecclesiastico (di g.c.) -
Succede a molte discipline di affrontare periodicamente il tema della loro crisi, di interpellarsi sull’attualità dei principi ispiratori che la tradizione ha ritenuto fondanti, di dibattere (e scontrarsi) sulle finalità politico-istituzionali da perseguire nel contesto generale dei cambiamenti dell’ordinamento giuridico (interni ed esogeni) e della evoluzione della società. Ma può succedere che tutto ciò sia un esercizio accademico, attraverso la vacua riproposizione di interrogativi destinati a rimanere senza plausibili e adeguate riposte. Utili, però (o, almeno, ritenuti tali), a sottrarsi al cospetto degli altri all’addebito del silenzio, ed al proprio cospetto alla sensazione di rimpianto o di rimorso per i ripiegamenti, per la “sostanziale perdita di autostima” e la “corrispondente caduta di credito esterno” nei confronti dei cultori di altre discipline e della società. (Continua)
L'autore
Professore ordinario di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano