Dalla tutela della religione di Stato alla difesa della libertà dei culti: la svolta liberale del codice Zanardelli
Non è semplice disegnare con pochi tratti di penna il lungo cammino intrapreso dal diritto verso la laicità. Non lo è neppure se si voglia assumere quale momento specifico di riflessione il solo ambito penale, come mi propongo di fare in questo mio intervento. Tramontata l’ossessione medievale della reductio ad unum, l’età moderna, con la definitiva frantumazione dell’universalismo, politico e religioso, avvia un processo di separazione tra sfera morale e giuridica, che troverà i suoi momenti di massima teorizzazione dottrinale nel giusnaturalismo, prima, e nell’illuminismo poi. Di fronte alla rottura dell’unità cristiana, all’emersione, sul proscenio di un mondo dai confini allargati, di civiltà fino ad allora sconosciute, si afferma una visione antropocentrica che solleva questioni nodali, interessanti al tempo stesso etica e diritto. E se le dottrine della Seconda scolastica, come è stato osservato, “con le loro aperture poterono delineare spazi che la secolarizzazione avrebbe poi occupato”, la desacralizzazione vera e propria si avvia con il giusnaturalismo “moderno”, laico, perché incentrato sull’uomo e rivolto esclusivamente a configurare le norme per la società civile. (Continua)
L'autore
Professore associato di Storia del diritto medioevale e moderno nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Note
Testo, corredato delle note, della relazione al IV Convegno della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (9-10 febbraio 2006) su "Laicità e stato di diritto". Ora nel volume collettaneo, a cura di A. Ceretti e L. Garlati, Laicità e Stato di diritto, Addi del IV Convegno di Facoltà (Università di Milano-Bicocca, 9-10 febbraio 2006), ed. Giuffrè, Milano, 2007, p. 73 ss.